Conferenza sui fantasmi
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Descrizione |
con un testo di Paul Valéry
traduzione di Vittoria Carli
testo francese a fronte
Fantasmi dei viventi e ricerca psichica («Fantômes de vivants» et «recherche psychique») è il testo della conferenza tenuta a Londra, nel 1913, in occasione della sua elezione a presidente della Società per la Ricerca Psichica, a cui aderirono scrittori, scienziati e intellettuali. La Società era stata fondata a Londra, nel 1882, con lo scopo di esaminare in modo scientifico e di sostenere le ricerche su attività “medianiche” e “paranormali” quali la telecinesi, la trasmissione del pensiero, la chiaroveggenza, la sopravvivenza dopo la morte.
Nel testo il filosofo prende in esame i “fantasmi dei viventi” ovvero quei fenomeni di apparizione ai propri cari, a grande distanza, di persone appena defunte o moribonde, precisando però che non si tratta di entità soprannaturali o spirituali: i fantasmi sono manifestazioni della memoria, fenomeni legati all’inconscio e ai meccanismi della percezione.
Partendo dall’analisi dalla sfera misteriosa dell’occulto, tanto disprezzato dalla scienza ufficiale, Bergson arriva a descrivere il funzionamento della mente umana alla luce di una netta critica al materialismo positivistico e al determinismo ottocentesco
Quarta di copertinaCome si spiegano i pregiudizi che si sono avuti contro le scienze psichiche, e che molti hanno ancora? Ovviamente, sono soprattutto degli pseudo-scienziati coloro che condannano, “nel nome della Scienza”, ricerche come le vostre: della vostra Società fanno parte fisici, chimici, fisiologi e medici, e numerosi sono diventati gli uomini di scienza che, pur non facendone parte, s’interessano ai vostri studi. Nonostante ciò, succede ancora che dei veri scienziati, sempre pronti ad accogliere qualsiasi esperimento di laboratorio, per quanto piccolo, scartino per partito preso ciò che apportate e rigettino in blocco quel che avete fatto. A che cosa serve? Lungi da me pensare di contestare la loro critica per il piacere di criticare a mia volta. Ritengo che in filosofia il tempo dedicato alla confutazione sia generalmente tempo perso. Delle tante obiezioni sollevate da molti pensatori gli uni contro gli altri, che cosa resta? Niente, o poca cosa. Ciò che conta e ciò che rimane è che sia raggiunta una verità positiva: l’affermazione vera si sostituisce all’idea falsa in virtù della sua forza intrinseca e si trova a essere, senza che si sia fatto alcuno sforzo per confutare chicchessia, la migliore delle confutazioni. Come si spiegano i pregiudizi che si sono avuti contro le scienze psichiche, e che molti hanno ancora? Ovviamente, sono soprattutto degli pseudo-scienziati coloro che condannano, “nel nome della Scienza”, ricerche come le vostre: della vostra Società fanno parte fisici, chimici, fisiologi e medici, e numerosi sono diventati gli uomini di scienza che, pur non facendone parte, s’interessano ai vostri studi. Nonostante ciò, succede ancora che dei veri scienziati, sempre pronti ad accogliere qualsiasi esperimento di laboratorio, per quanto piccolo, scartino per partito preso ciò che apportate e rigettino in blocco quel che avete fatto. A che cosa serve? Lungi da me pensare di contestare la loro critica per il piacere di criticare a mia volta. Ritengo che in filosofia il tempo dedicato alla confutazione sia generalmente tempo perso. Delle tante obiezioni sollevate da molti pensatori gli uni contro gli altri, che cosa resta? Niente, o poca cosa. Ciò che conta e ciò che rimane è che sia raggiunta una verità positiva: l’affermazione vera si sostituisce all’idea falsa in virtù della sua forza intrinseca e si trova a essere, senza che si sia fatto alcuno sforzo per confutare chicchessia, la migliore delle confutazioni. |
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