Storie di adulterio
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Descrizione |
a cura di Mario Lentano testo latino a fronte
Nella cultura antica la fedeltà coniugale è la sola virtù che si richiede a una donna e l’adulterio la colpa più grave di cui possa macchiarsi. Proprio per questo, esso è al centro di numerose controversie, come venivano chiamati i compiti in classe della scuola romana di retorica: casi giuridici fittizi che insegnano allo studente le tecniche della parola persuasiva abituandolo a difendere entrambe le posizioni in conflitto. Gli esempi raccolti da Seneca il Vecchio mostrano allievi e maestri alle prese con un tema delicato e gettano luce sul sistema scolastico che ha formato per secoli la classe dirigente dell’impero.
Quarta di copertina«Alla base di tutti i vizi delle donne c’è la loro avidità. Se una donna può non temere la reputazione di adultera, allora può non temere l’adulterio. Da ogni scoglio si raccolgono le conchiglie in grado di conferire alle vesti il colore del sangue; masse sventurate di schiave faticano perché l’adultera sia visibile attraverso la sua veste trasparente, in modo che del suo corpo il marito non conosca nulla di più di quanto è accessibile a un qualsiasi estraneo o straniero.»
«Alla base di tutti i vizi delle donne c’è la loro avidità. Se una donna può non temere la reputazione di adultera, allora può non temere l’adulterio. Da ogni scoglio si raccolgono le conchiglie in grado di conferire alle vesti il colore del sangue; masse sventurate di schiave faticano perché l’adultera sia visibile attraverso la sua veste trasparente, in modo che del suo corpo il marito non conosca nulla di più di quanto è accessibile a un qualsiasi estraneo o straniero.»
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