Fotografie in carcere
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Descrizione Articoli |
a cura di Nadia Righi e Cinzia Picozzi
Chi come me varca quella soglia, porta con sé il desiderio di dire che a quell’universo dobbiamo comunque pensare, perché della nostra società fa parte. Il mio lavoro vuole essere semplicemente un passo nella direzione di questa consapevolezza. M.L. Il progetto prende le mosse dal lavoro di Margherita Lazzati, che munita unicamente di una piccola Leica – tenuta ben visibile per essere riconosciuta come “quella venuta per fotografare”, come lei stessa sottolinea – ha trascorso gli ultimi tre anni all’interno del Carcere di massima sicurezza di Opera con l’intento di documentarne la quotidianità. La richiesta è giunta nel 2017 dall’allora Direttore Giacinto Siciliano che ha affidato all’occhio sensibile e discreto dell’artista il compito arduo di testimoniare attraverso le immagini la vita all’interno della Casa di Reclusione. Da qui, una produzione ingente di scatti – oltre tremila – che restituiscono la totalità della realtà carceraria meglio di quanto possano farlo le parole: persone, gesti, momenti di convivenza, preghiere, luoghi, ma anche sguardi, scorci, ombre e luci. Dal dialogo instaurato con la Direzione del carcere, nella persona di Siciliano prima e del successore Di Gregorio poi, è nata l’idea di illustrare con la fotografia alcuni articoli dell’ordinamento penitenziario, iniziando dall’articolo riguardante la Libertà religiosa. Cinzia Picozzi Conservatore Museo Diocesano Carlo Maria Martini
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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