I passi che alla fine saranno la mia vita
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Un autore vive nella sua opera. Leggendo i suoi testi ci incamminiamo lungo una mappa, come chi va in cerca di un tesoro che offre nozioni del suo passare e sentire l’esistenza. Seguiamo la strada dei suoi passi e vediamo tracce della sua vita in ogni immagine, in ogni frase, in ogni paragrafo, in ogni modo di nominare sogni, angosce, tristezze e piccole gioie. Vediamo anche le forme di nominare la morte. Il percorso porta al suo cuore, e lì ci fermiamo. In questo caso, arriviamo a una delle poetesse più importanti della Colombia nel XX secolo, María Mercedes Carranza, che in una delle sue più emblematiche poesie si riferisce al percorrere e ripercorrere i labirinti dei giorni con un verso meravigliosamente suggestivo: «I passi che alla fine saranno la mia vita». Niente di più appropriato di questa maniera di pensare alla parola come transito della potenza vitale. Una parola che è insieme corpo ed emozione estetica, traccia del tempo, del contesto e dell’io poetico.
dall’Introduzione di Luz Mary Giraldo
Quarta di copertinaPoesia d’amore
Fuori il vento, il metallico odore della strada.
Già dentro, lascia tutto quello che porta addosso,
dapprima la borsetta e il sorriso;
si libera dei volti che quel giorno ha visto,
gli incontri mancati, la pace finta,
il sapore dolciastro del dovere compiuto.
E si sveste come per poter toccare
tutta la tristezza che è nella sua carne.
Quando è nuda si cerca,
si fiuta quasi come un animale,
si china su di sé e si osserva:
inizia una lunga confidenza tenera,
si chiede risposte, forse ha lo sguardo torbido;
separa le ginocchia e come una lupa si divora.
Fuori il vento, il metallico odore della strada. Indice testuale6 María Mercedes Carranza: ese oficio de vivir y de escribir de Luz Mary Giraldo
7 María Mercedes Carranza: quel mestiere di vivere e di scrivere di Luz Mary Giraldo Los pasos que al final serán mi vida
I passi che alla fine saranno la mia vita
Vainas y otros poemas (1968-1972)
Bazzecole e altre poesie (1968-1972)
32 Con usted y con todos los demás 33 Con lei e con tutti gli altri
36 Aquí entre nos
37 Qui fra di noi
38 En vida y otras muertes
39 In vita e in altre morti
40 Métale cabeza
41 Ci metta la testa
42 Precedentes de la Philips
43 Precedenti della Philips
44 Babel y usted
45 Babele e lei
46 Muestra las virtudes del amor verdadero
47 Mostra le virtù del vero amore
Tengo miedo (1976-1982) Ho paura (1976-1982)
50 Kavafiana 51 Kavafiana
52 Quiero hablar con Ulises
53 Voglio parlare con Ulisse
54 Historia universal de la camelia
55 Storia universale della camelia
58 Poema de amor
59 Poesia d’amore
60 Artaud entre palabras
61 Artaud tra parole
64 Ledesma, 1951
65 Ledesma, 1951
66 Bogotá, 1982
67 Bogotá, 1982
70 Tengo miedo
71 Ho paura
72 Guión para una escena de Antonioni
73 Copione per una scena di Antonioni 76 El oficio de vestirse
77 Il mestiere di vestirsi
80 El oficio de vivir 81 Il mestiere di vivere
82 Sobran palabras
83 Avanzano parole
86 Nunca es tarde
87 Non è mai tardi
88 Patas arriba con la vida
89 La vita sottosopra
Hola, soledad (1985-1987) Ciao, solitudine (1985-1987)
94 La patria
95 La patria
96 Oda al amor
97 Ode all’amore
98 Poema del desamor
99 Poesia del disamore
100 Oración
101 Preghiera
102 Cuando escribo, sentada en el sofá
103 Quando scrivo, seduta sul divano
18 de Agosto de 1989 (1990)
18 agosto 1989 (1990)
108 18 de Agosto de 1989
109 18 agosto 1989
Maneras del desamor (1990-1992)
Forme del disamore (1990-1992)
116 “Mon semblable”
117 “Mon semblable”
118 La fiesta a que convida tu sonrisa
119 La festa a cui invita il tuo sorriso 120 Poema del desasosiego
121 Poesia dell’inquietudine El canto de las moscas (Versión de los acontecimientos) (1997-1998)
Il canto delle mosche (Versione degli avvenimenti) (1997-1998)
124 Necoclí
125 Necoclí
126 Tierralta
127 Tierralta
128 Mapiripán
129 Mapiripán
130 Dabeiba
131 Dabeiba
132 Uribia
133 Uribia
134 Cumbal
135 Cumbal
136 Soacha
137 Soacha
138 Nota biográfica
139 Nota biografica Biografia dell'autoreMarÍa Mercedes Carranza è stata una poetessa, giornalista e appassionata attivista culturale colombiana, considerata la figura più importante della letteratura della seconda metà del Ventesimo secolo del suo paese. È nata a Bogotá il 24 maggio 1945 ed è morta tragicamente, togliendosi la vita, l’11 luglio del 2003. Ha collaborato con molte testate giornalistiche e riviste di critica letteraria e nel 1986 è diventata direttrice della “Casa della Poesia Silva”, a Bogotá. La sua sensibilità e il suo impegno l’hanno portata a organizzare congressi di poesia per la pace e a battersi per la vita e la libertà di molti suoi compatrioti. Candidata con il partito politico Alianza Democrática M-19, nel 1991 è stata eletta come membro dell’Assemblea Nazionale Costituente.
Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche: Vainas y otros poemas (1972), Tengo miedo (1983), Maneras de desamor (1993), Hola, soledad (1987), El canto de las moscas (1997), La Patria y otras ruinas (antologia e selezione di Francisco José Cruz, 2004). Da ricordare anche i libri: Nueva poesía colombiana (1972), Siete cuentistas jóvenes (1972), Estravagario (1976), Antología de la poesía infantil colombiana (1982) e Carranza por Carranza (su suo padre Eduardo Carranza, 1985). Poesia d’amore
Fuori il vento, il metallico odore della strada.
Già dentro, lascia tutto quello che porta addosso,
dapprima la borsetta e il sorriso;
si libera dei volti che quel giorno ha visto,
gli incontri mancati, la pace finta,
il sapore dolciastro del dovere compiuto.
E si sveste come per poter toccare
tutta la tristezza che è nella sua carne.
Quando è nuda si cerca,
si fiuta quasi come un animale,
si china su di sé e si osserva:
inizia una lunga confidenza tenera,
si chiede risposte, forse ha lo sguardo torbido;
separa le ginocchia e come una lupa si divora.
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