La morte di Cicerone
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Descrizione |
a cura di Mario Lentano
testo latino a fronte «Subito prima che i triumviri arrivassero a Roma Marco Cicerone si allontanò dalla città, tenendo per certo – ed era la verità – che egli non avesse più possibilità di sfuggire ad Antonio di quante ne avessero Cassio e Bruto di sottrarsi a Cesare. In un primo momento fuggì nella villa di Tuscolo, poi, per strade secondarie, partì per quella di Formia, con l’intenzione di imbarcarsi a Gaeta.»
Il 7 dicembre del 43 a.C. sul Tirreno tirava un forte vento. La spiaggia di Gaeta era deserta; tanto più incongrua sembrava perciò la piccola imbarcazione ormeggiata nel porto, preda del mare grosso. All’improvviso, una piccola pattuglia fece la sua comparsa sulla spiaggia e prese posto a bordo. Dopo qualche minuto la barca mollò l’ormeggio e provò a spingersi al largo. Era un’impresa quasi disperata, ma il timoniere era un uomo che sapeva il fatto suo. Alla fine la furia del mare ebbe la meglio. Dopo il terzo, inutile tentativo, la piccola nave rientrò in rada e il suo unico passeggero scese a terra. Era un uomo dell’apparente età di sessant’anni; aveva con sé solo una toga di lana pesante e nessun bagaglio. Gli schiavi che poco prima lo avevano scortato sino al porto di Gaeta, portandolo a spalla in lettiga, lo sollevarono nuovamente sulle spalle, senza dire una parola. Era certo difficile riconoscerlo, ma quel vecchio era stato uno degli uomini più potenti di Roma. Ora stava andando a morire: il 7 dicembre del 43 sarebbe stato l’ultimo giorno della sua vita. Ma come si era arrivati a quel giorno? |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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