Giuseppe Rensi
GIUSEPPE RENSI: giovane avvocato socialista, fu costretto a riparare in Svizzera in seguito ai disordini del 1898. Divenne nel 1903 il primo deputato socialista del parlamento del Canton Ticino. Tornato in Italia, si concentrò sugli studi filosofici. L’esperienza della Prima guerra mondiale mandò in crisi le sue convinzioni idealistiche, conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i Lineamenti di filosofia scettica del 1919. In quell’opera Rensi sosteneva che la guerra aveva distrutto la fede ottimistica nell’universalità della ragione, sostituendola con lo spettacolo tragico della sua pluriversalità. Espose nella Filosofia dell’autorità (1921) la traduzione politica di questa concezione.
Dopo una simpatia per il Regime divenne un oppositore, sottoscrivendo nel 1925 il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce, pagando questa scelta con una breve reclusione e con la perdita della cattedra di Filosofia morale all’Università di Genova.