Patafisica e cibernetica
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Descrizione |
«La parola pataphysique appare per la prima volta al liceo di Rennes, dove Jarry e altri studenti avevano composto vari canovacci per marionette che parodiavano il loro professore di fisica, Félix Hébert, soprannominato padre Heb, ma anche Eb, Ebé, Ebon, Ebance o Ebouille (dal fr. hébété, “ebete”). Viene menzionata ne Les Polyèdres di Henri Morin, suo compagno di classe, dove si narra che Heb venne battezzato con “essenza di patafisica” e se ne evocavano le virtù.»
Approfittando del ritrovamento di un testo raro sull’argomento, Tumazzo ci consegna le considerazioni di Silvio Ceccato sulla “patafisica”, fascinosa scienza che ha ispirato quasi tutte le avanguardie novecentesche, tra cui futurismo, surrealismo, dadaismo, esistenzialismo e teatro dell’assurdo. L’autore si basa sulle parole del suo fondatore, Alfred Jarry, e le interpreta con quell’approccio costruttivista emerso dalla cibernetica della mente di cui è ideatore lo stesso Ceccato: per paradossale che sia, ogni soluzione al problema di capire la “scienza delle soluzioni immaginarie” è a sua volta “immaginaria”. Non c’è quindi un giusto o sbagliato in assoluto, ma solo qualcosa di più o meno coerente con il sapere comune, più o meno viabile in base a criteri che sono sempre opinabili.
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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