Poesie
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Descrizione |
Tra le pagine di questa raccolta poetica, emerge il talento straordinario di Carlo Michelstaedter, giovane poeta goriziano del primo ’900. I suoi versi, intrisi di passione e riflessione filosofica, ci conducono attraverso un percorso emotivo che spazia dall’amore tormentato alla ricerca esistenziale, dal rapporto con la natura alla contemplazione della morte. Le poesie di Michelstaedter si distinguono per la loro intensità emotiva e profondità filosofica. Il poeta affronta temi universali come la solitudine, il desiderio, la ricerca della verità e il significato dell’esistenza, creando un dialogo intimo con il lettore. La sua voce poetica, influenzata dal pensiero esistenzialista, si eleva al di sopra del suo tempo, parlando ancora oggi all’anima di chi cerca risposte alle grandi domande della vita. Attraverso immagini marine, metafore naturalistiche e riflessioni introspettive, il poeta ci invita a esplorare gli abissi dell’animo umano. Le sue parole ci trasportano in un viaggio emotivo dove ogni verso è un passo verso la comprensione di noi stessi e del nostro posto nel mondo. Un’opera che invita il lettore a confrontarsi con le proprie inquietudini e a cercare la propria verità nel mare tempestoso dell’esistenza. Quarta di copertinaDato ho la vela al vento e in mezzo all’onde del mar selvaggio, nella notte oscura, solo, in fragile nave ho abbandonato il porto della sicurezza inerte. Al mare aperto drizzata ho la prora per navigare, ed alla sorte oscura la forza del mio braccio ho contrapposta. Non ho temuto il vento avverso e l’onda canuta, né la mensa famigliare e l’usato giaciglio ho rimpianto o il commercio delle care e dolci cose. Né deserto e triste m’è apparso il mar sonante nella notte, anzi la voce sua come un appello mi sonò in cor della mia stessa vita; mi parve dolce cosa naufragare nel seno ondoso che col ciel confina, né temuta ho la morte... Indice testualePoesie 19 A Mreule 22 Distici 23 In bicicletta - Esametri 24 Al Vivaldi per un pezzo di legno 25 A Semig 26 Brumat 27 Il lavoro pei mortali 28 O perché mai si uccide il delinquente 29 Ruppe i vetusti ceppi della fede 33 Se camminando vado solitario 36 Ode saffica 37 Quanto t’amo mia dolce fanciulla gentil 38 Ora mi sembra d’esser più cattivo 39 Ell’è partita! ed io son ripiombato 40 Trascorse sono già tre settimane 42 Alba. Il canto del gallo 43 La notte 44 La scuola è finita! 47 Sibila il legno nel camino antico 48 Cade la pioggia triste senza posa 51 A che mi guardi fanciulla 53 Senti Iolanda come è triste il sole 55 Che ti valse la forte speranza 57 Amico – mi circonda il vasto mare 59 Il canto delle crisalidi 61 Dicembre 63 Nostalgia 67 Marzo 70 Aprile 74 Giugno 77 Risveglio 79 [Alla sorella Paula] 82 Onda per onda batte sullo scoglio 84 Ognuno vede quanto l’altro falla 85 Non è la patria 86 È il piacere un dio pudico 87 Per ora a bordo non è lavorare 88 [I figli del mare] 95 [A Senia] 109 All’Isonzo Biografia dell'autoreCarlo Michelstaedter, (Gorizia, 1887 - Gorizia, 1910) è stato uno scrittore, filosofo, poeta e pittore italiano proveniente da un’abbiente famiglia ebraica. La sua vita affettiva fu segnata dalle tragiche morti, entrambe per suicidio, del fratello Gino e dell’amata Nadia Baraden. Produsse in modo quasi ossessivo ritratti, poesie e lettere indirizzate ai propri cari, finché il suo isolamento divenne totale e ascetico. Nel 1910, ormai prossimo alla laurea in Lettere, si tolse la vita. Dato ho la vela al vento e in mezzo all’onde del mar selvaggio, nella notte oscura, solo, in fragile nave ho abbandonato il porto della sicurezza inerte. Al mare aperto drizzata ho la prora per navigare, ed alla sorte oscura la forza del mio braccio ho contrapposta. Non ho temuto il vento avverso e l’onda canuta, né la mensa famigliare e l’usato giaciglio ho rimpianto o il commercio delle care e dolci cose. Né deserto e triste m’è apparso il mar sonante nella notte, anzi la voce sua come un appello mi sonò in cor della mia stessa vita; mi parve dolce cosa naufragare nel seno ondoso che col ciel confina, né temuta ho la morte... |
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