La malattia dell'infinito
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EUR
In uscita il 11-04-2025
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Descrizione |
La malattia dell’infinito è in primo luogo una grande galleria di ritratti. Spaziando da Joseph Conrad (che inaugura il secolo col suo supremo Lord Jim) a Hofmannsthal, da Jung a Robert Walser, da Nabokov a Borges, da Flannery O’Connor a Thomas Bernhard; attraversando figure di poeti quali Yeats, Valéry, Bertolucci, Luzi e Caproni; disegnando silhouette di amici quali Emilio Cecchi, Italo Calvino, Giorgio Manganelli, Fruttero e Lucentini, sempre Citati si muove “a onde”, ora allentando ora stringendo il proprio pennello critico attorno a ciò che sa, comunque, imprendibile: il nocciolo, via via diverso, di una verità intima, di una visione originale del mondo. Irriducibili a qualsiasi generalizzazione, a ogni legge astratta e ad ogni richiamo degli “idoli della tribù”, molti di questi creatori appaiono a Citati degli “stranieri”, degli abitanti dell’ombra o di una luce diversa, come Walser. Ciò che emerge anzitutto dal loro destino è la varietà di volti che sa assumere il dèmone della solitudine per marchiare a fuoco la carne e l’anima del loro tempo mortale e delle loro immortali parole: volti da reietto, da paria, da mendicante; volti da ebreo perseguitato o da gnostico in esilio nel luogo dei corpi impuri, votati allo sfacelo; volti da malato o da folle, ma anche volti illuminati da una specie di strana, incomprensibile letizia...
dalla Presentazione di Paolo Lagazzi Quarta di copertinaQuesta conoscenza, come Conrad sapeva, la posseggono solo i grandi scrittori: sorretti dal sogno senza fine, essi illuminano con le proprie deboli luci il centro di Luce, il cuore di Tenebra, scrivendo romanzi come Lord Jim. Per questo gli scrittori (e alcuni esseri umani) ricevono una ricompensa. Nei suoi viaggi, il mercante Stein trova una bellissima farfalla. Ora essa sta sulla sua scrivania, custodita in una teca: in solitaria maestà, spiega le lucenti e fragili ali color bronzo scuro, con venature bianche e una sontuosa bordatura di macchioline gialle. Stein ha perduto la moglie e la figlia, e nessuna ragione lo spinge a vivere. Per catturare la farfalla ha rischiato la morte. Ora c’è soltanto lei. Nella farfalla non possiede nulla di vivo o tantomeno di eterno, un Dio, o un’idea, una certezza, o una verità: possiede soltanto qualcosa di fragilissimo e di caduco; eppure quelle ali e quei colori bronzei, bianchi e gialli non temono la morte. Agli scrittori e agli uomini, caduti nelle profondità del sogno-mare, Conrad promette appunto questo: «qualcosa di caduco e senza timore di distruzione». Indice testuale5 Gli avventurieri dell’assoluto di Paolo Lagazzi
La malattia dell’infinito
Parte prima. In principio
13 Lord Jim
24 D’Annunzio, l’acqua, la notte
31 La tomba di Kavafis
36 Benedetto Croce e la Cura
42 I racconti di Yeats
47 La mente di Valéry
53 I saggi di Hofmannsthal
62 Ritratto di Jung
70 Rileggendo Robert Walser
77 Pessoa e l’infinito
Parte seconda. Da Pirandello a Cioran
95 Le lettere di Pirandello a Marta Abba
107 Virginia Woolf 1923-1927
121 Le onde
131 Virginia Woolf e Vita Sackville-West
141 Vita di Karen Blixen
154 Karen Blixen e l’“harmonia mundi”
165 L’uomo senza qualità
199 Ritratto di Emilio Cecchi
207 Carl Theodor Dreyer
219 Il diario di Nijinsky
225 Le lettere di Marina Cvetaeva
234 Monsieur Verdoux
239 Un fulmine sul 220
246 La Cognizione e il Pasticciaccio
259 Ritratto di Joseph Roth
278 Mario Praz e la vita
283 La felicità di Nabokov
291 Ritorno a Lolita
298 Chiacchierando con Cioran
303 I Quaderni di Cioran
Parte terza. Qualche poeta
315 I Saggi di Benn
323 La vecchiaia di Borges
328 Viaggio d’inverno
332 La camera da letto
337 L’ultimo Caproni
341 L’ultimo Luzi
347 Dylan Thomas prosatore
Parte quarta. La letteratura del secondo dopoguerra
359 Ritratto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
369 Šalamov alla Kolyma
380 L’iguana
385 Il cardillo addolorato
391 Giorgio Bassani 1949-1962
399 Ritratto di Gesualdo Bufalino
404 Il mistero del Partigiano Johnny
413 Le città invisibili
419 Calvino e gli specchi
424 Ritratto di Giorgio Manganelli
428 Manganelli postumo
432 Le lettere di Cristina Campo
439 Ingeborg Bachmann narratrice
446 Flannery O’Connor e il racconto
456 Milan Kundera
466 Thomas Bernhard e la claustrazione
473 Viaggio alla fine del millennio
478 I racconti di Alice Munro
484 Il capolavoro di Sebald
489 Il mio nome è rosso
Parte quinta. Ricordo di amici
497 Carlo Emilio Gadda
507 Attilio Bertolucci
515 Niccolò Gallo
519 Elena Croce
524 Federico Fellini
532 Italo Calvino e Giorgio Manganelli
546 Carlo Fruttero e Franco Lucentini
555 Elémire Zolla
562 Piero Crommelinck
567 Nota Questa conoscenza, come Conrad sapeva, la posseggono solo i grandi scrittori: sorretti dal sogno senza fine, essi illuminano con le proprie deboli luci il centro di Luce, il cuore di Tenebra, scrivendo romanzi come Lord Jim. Per questo gli scrittori (e alcuni esseri umani) ricevono una ricompensa. Nei suoi viaggi, il mercante Stein trova una bellissima farfalla. Ora essa sta sulla sua scrivania, custodita in una teca: in solitaria maestà, spiega le lucenti e fragili ali color bronzo scuro, con venature bianche e una sontuosa bordatura di macchioline gialle. Stein ha perduto la moglie e la figlia, e nessuna ragione lo spinge a vivere. Per catturare la farfalla ha rischiato la morte. Ora c’è soltanto lei. Nella farfalla non possiede nulla di vivo o tantomeno di eterno, un Dio, o un’idea, una certezza, o una verità: possiede soltanto qualcosa di fragilissimo e di caduco; eppure quelle ali e quei colori bronzei, bianchi e gialli non temono la morte. Agli scrittori e agli uomini, caduti nelle profondità del sogno-mare, Conrad promette appunto questo: «qualcosa di caduco e senza timore di distruzione». |
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