La folla delinquente
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«Il problema dunque va posto in questo modo: è temibile – e se sì, in qual grado è temibile – colui che in mezzo all’impeto d’una folla ha commesso un reato? Quest’uomo, cioè, tolto dall’ambiente esaltato e irritato in cui si trovava, liberato dalle mille suggestioni che lo spingevano al delitto, e ricondotto al suo stato normale, presenterà ancora un pericolo per la società? È possibile che anche un individuo onesto si lasci trascinar dalla folla a commettere il male quasi in un accesso di pazzia momentanea che, una volta cessato, non lascia più traccia e non può dar quindi diritto ad alcuna reazione penale? Per rispondere adeguatamente, bisognerebbe sapere, e non solo in teoria, ma in ogni singolo caso speciale, qual sia la forza suggestiva della folla, quale la sua potenza di pervertimento sull’individuo; bisognerebbe sapere se realmente essa possiede questo fascino terribile e strano di convertire in un assassino l’uomo saldamente pietoso. Può farlo la folla questo miracolo?» È merito di Scipio Sighele e della scuola criminologica italiana l’avere richiamato l’attenzione sulla psicologia delle folle nelle manifestazioni antisociali e delittuose.
Proprio ne La folla delinquente (Torino 1891) l’autore illustra il fenomeno della suggestione collettiva e i suoi effetti. Sighele studia le leggi della psicologia collettiva e l’influenza di Lombroso lo portava a evidenziare la tipologia antropologica. Cerca di scoprire le leggi capaci di spiegare il comportamento delle masse e dei piccoli gruppi (anche delle coppie); comunque la tesi di fondo dell’analisi da lui condotta cercava di dimostrare come la folla viva una situazione in cui le emozioni si intensificano, ma il ragionamento si semplifica: per questo essa è una creatura intrinsecamente labile e pericolosa, oltre che intellettualmente mediocre. «Da una moltitudine» scrive l’attento osservatore della nuova realtà, «voi temete sempre, sperate di rado.» Il cuore dell’opera di Sighele era costituito da un’analisi delle dinamiche di imitazione, suggestione e “fermentazione psichica” che caratterizzano, allora come oggi, le situazioni di folla.
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PAZZA FOLLA E FOLLA EROICA (P. Mieli) - Corsera 2 4 19
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LA SOCIOLOGIA DA WEBER A BAUMAN (Carlo Bordoni) su Prometeo 3_2019; nell'articolo, riferimenti a «La folla delinquente» di Scipio Sighele
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