Due destini
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Descrizione |
nota introduttiva di Gilberto Finzi
«L’ultima cresta delle Alpi spiccava negra e tagliente sull’oro del cielo; sembrava una bara rosicchiata da qualche tarlo mostruoso, e posta là, immensa, per ricevere il sole. Dalle falde più basse, i dirupi, i pini, le querce, i frassini chiassosi precipitavano nella valle una ridda gigantesca di ombre che si avvoltolavano pei culmini e le profondità, allungandosi, allargandosi, rimpicciolendosi, in su e in giù, a destra, a sinistra, da tutte le parti, tonde, aguzze, attortigliate, distese, come corpi senz’ossa rovesciati alla rinfusa da una mano invisibile. Sulle pallide roccie e le chine, per gli scogli a perpendicolo e nelle ghiaie triturate dalle pioggie, parevano in quel momento venute a convegno tutte le antitesi dell’umanità.»
Due destini è un romanzo di Emilio Praga: il primo, per l’esattezza, anche se del secondo e maggior romanzo, Memorie del presbiterio, pubblicato postumo, lo scrittore fece in tempo a scrivere soltanto poco più della metà. Ma, a differenza di Memorie del presbiterio, Due destini non uscì mai in volume; rimase confinato e nascosto nel giornale milanese «Il Pungolo», dove era comparso in 24 puntate, dal 30 dicembre 1867 al 18 febbraio 1868: con periodicità variabile, a volte giornaliera. Romanzo di realtà, dunque storia di vita e di destini incrociati, protagonisti due giovani, Teodoro e Ippolito, i cui caratteri, ripetendo quelli dei rispettivi padri (amici, poi nemici), sono simmetricamente opposti, secondo una logica di separazione netta e ingenuamente improbabile del bene e del male. I due giovani partono dal loro povero ma ridente paese di montagna, Valperga, per andare a Ginevra a cercare lavoro e fortuna presso una strana figura di “oriuolaio” dal nome emblematico di Nostradamus. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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