Il nulla e le tenebre
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Nel trattato l’autore sostiene la possibilità dell’esistenza del nulla e di una creazione divina dal nulla. Partendo dalle premesse che ogni nome determinato significa qualcosa che è e che anche il termine “nulla” è un nome determinato, Fredegiso aveva tratto la conclusione che anche il termine “nulla” dovesse significare qualcosa che è: dunque anche il nulla, come le tenebre, è qualcosa. Come risulta dalla Genesi, Dio stesso, nell’atto della Creazione, parla di nulla e di tenebre, perciò a questi nomi deve corrispondere qualcosa di reale.
Sospettato di eresia, Carlo Magno lo sottopose al vaglio di un suo fido consigliere, l’irlandese Dungalo. La lettera che Carlo Magno inviò a Dungalo, riprodotta nella nostra edizione, non rappresenta che l’inizio di un lungo e vivace dibattito critico, la cui eco si sente perfino nel Novecento, in pensatori afferenti al neopositivismo logico. Quarta di copertinaLa questione è la seguente: se il nulla sia qualcosa, o non lo sia. Ora, se qualcuno rispondesse: «Mi sembra che [il nulla] sia nulla», la sua stessa pretesa negazione lo costringerebbe a implicare che il nulla è qualcosa, proprio allorché dice «mi sembra che sia nulla». Infatti è come se dicesse: «Mi sembra che [il nulla] sia un certo qualcosa»; in effetti, solo se fosse qualcosa potrebbe in qualche modo “sembrare”, se non lo fosse affatto non potrebbe sembrare in alcun modo. Di conseguenza si ammette che il nulla sembra essere qualcosa.Se però la risposta fosse: mi sembra che [il nulla] sia nulla e non sia qualcosa, a tale risposta si dovrà obiettare innanzi tutto con la ragione, per quanto la ragione umana consente, quindi con l’autorità, non una autorità qualsiasi, ma l’autorità divina, la sola degna di questo nome, e l’unica dotata di una saldezza irremovibile. Indice testuale5 Premessa 20259 Nota al testo Il nulla e la nascita filosofica dell’Europa 13 1. Introduzione 29 2. Analisi del testo: il nulla 54 3. Analisi del testo: le tenebre 74 4. Fredegiso e la nascita filosofica dell’Europa 103 5. Fortune e sfortune del “De nihilo et tenebrjs” 136 6. Essere nulla e significare il nulla 157 7. Considerazioni conclusive: potrebbe non esserci nulla Il nulla e le tenebre con una lettera di Carlo Magno a Dungalo 183 Carlo imperatore interroga il fedele Dungalo sulla sostanza delle tenebre e del nulla 187 [Il nulla] 195 [Le tenebre] 205 Codici ed edizioni dell’Epistola 207 Riferimenti bibliografici Biografia dell'autoreFredegiso di Tours: (VIII secolo – 834), abate e filosofo francese di origine anglosassone, è stato un discepolo di Alcuino di York. Entrò nella scuola palatina francese nel 796. Fu poi abate a Tours, prima di diventare, nell’819, cancelliere di Ludovico il Pio. Scrisse un breve trattato, intitolato De nihilo et tenebris (Il nulla e le tenebre), che presentò ai nobili della corte carolingia presso il palazzo di Aquisgrana nel marzo 800.
La questione è la seguente: se il nulla sia qualcosa, o non lo sia. Ora, se qualcuno rispondesse: «Mi sembra che [il nulla] sia nulla», la sua stessa pretesa negazione lo costringerebbe a implicare che il nulla è qualcosa, proprio allorché dice «mi sembra che sia nulla». Infatti è come se dicesse: «Mi sembra che [il nulla] sia un certo qualcosa»; in effetti, solo se fosse qualcosa potrebbe in qualche modo “sembrare”, se non lo fosse affatto non potrebbe sembrare in alcun modo. Di conseguenza si ammette che il nulla sembra essere qualcosa.
Se però la risposta fosse: mi sembra che [il nulla] sia nulla e non sia qualcosa, a tale risposta si dovrà obiettare innanzi tutto con la ragione, per quanto la ragione umana consente, quindi con l’autorità, non una autorità qualsiasi, ma l’autorità divina, la sola degna di questo nome, e l’unica dotata di una saldezza irremovibile. |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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