Il migliore dei mondi impossibili
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€ 19,00 invece di € 20,00
EUR
In uscita il 21-10-2025
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Con questo libro Pietro Citati ci offre una meditazione intensa e personale sulla letteratura, esplorando quei territori sospesi tra realtà e finzione dove le grandi opere prendono forma. Il libro è un viaggio nell’universo di scrittori che hanno fatto della parola un destino: da Goethe a Kafka, da Proust ai miti classici. Ogni autore qui ritratto diventa una figura emblematica: un’anima alle prese con l’irriducibile tensione tra desiderio e forma, tra la vita che fugge e la parola che resta. Ciò che emerge dalle pagine è una visione della letteratura come luogo dell’estremo, dell’inattuale, dell’invisibile. Lì, in quello che chiama “il migliore dei mondi impossibili”, si agitano desideri radicali, fallimenti sublimi, figure abitate da un senso tragico e insieme luminoso dell’esistenza. Con una scrittura densa, musicale e immaginifica, Citati ci parla del potere trasformativo dei libri: della loro capacità di aprire varchi nella realtà, di mostrare verità che sfuggono alla logica e al tempo. Ogni saggio è un ritratto, ma anche un autoritratto: tra le righe si percepisce la voce di un lettore appassionato, inquieto, consapevole che i testi non si possiedono, ma si abitano. Quarta di copertinaSolo uno spirito abituato a considerare il possibile più che il reale conosce quale sia l’attrazione dell’infinito. Seduto davanti a una siepe, immagina tutte le conseguenze possibili di un evento e di un pensiero; e poi, con la mente desiderosa, risale indietro, fino alle cause di ogni fatto reale e immaginario, incontra di nuovo il gioco sterminato delle possibilità, e si trova chiuso tra due oceani egualmente inquietanti, nei quali rischia di smarrirsi. L’esistenza perde, per lui, ogni forma stabile e certa. Se contempla un paesaggio, lo trasforma cogli occhi, come se monti e fiumi, colline e pianure fossero segni di matita caduti per caso sulla carta, che si possono cancellare con un gesto della mano: se ricorda un fatto storico, viene attratto sopratutto dalla moltitudine di casi che avrebbero potuto verificarsi e, chissà perché, non si sono verificati: se riflette, tutti i suoi pensieri sembrano degli elementi di altre combinazioni intellettuali egualmente possibili; se guarda la carta scritta, si sorprende a rimpiangere le parole rifiutate, gli scarti, le congetture, le immagini che avrebbe potuto scegliere e non ha scelto. Indice testualeIl migliore dei mondi impossibili Parte prima. Miti 9 Amore filosofo 21 Il libro bianco e scarlatto 31 La morte degli dei 57 La malinconia delle fate 62 La città dell’imperatore 72 L’esilio della Shechinà 81 L’infinito secondo Leopardi 89 La fine del mondo Parte seconda. Romanzi 97 Elogio di Dickens 138 I ricordi dal sottosuolo 148 Flaubert 159 Il mistero di Verga 164 L’isola del tesoro Parte terza. Moderni 179 L’arte come mimo 184 Rousseau e la rêverie 190 Le lettere di Mozart 202 In una casa tedesca 207 L’angoscia dello specchio 212 Kierkegaard, la noia, l’amore 213 Büchner 223 La giovinezza di Nietzsche 231 Un anno di vita di Proust 242 La profondità e la superficie 247 Ritratto di Jung 255 Onde 260 I volti di Pessoa 266 Bruno Schulz 273 La vertigine e l’infinito Biografia dell'autorePietro Citati, nato a Firenze nel 1930 da una nobile famiglia siciliana, è stato tra i più colti e amati scrittori italiani, che ha saputo coniugare con leggerezza ed efficacia esemplari la scrittura letteraria con la saggistica, la biografia e la critica. Trascorse l’infanzia a Torino e poi, nel 1942, si trasferì con la famiglia in Liguria. Dopo la guerra tornò in Toscana, dove si laureò nel 1951 in Lettere moderne all’Università di Pisa quale allievo della Scuola Normale Superiore. Iniziò la sua carriera di critico letterario collaborando con riviste come «Il Punto» – dove conobbe Pasolini –, «L’Approdo letterario» e «Paragone». A partire dagli anni Sessanta scrisse per il quotidiano «Il Giorno», dal 1973 al 1988 fu critico letterario del «Corriere della Sera» e dal 1988 al 2011 de «la Repubblica». Scrittore poliedrico, si cimentò con successo nella biografia letteraria di grandi scrittori, tra cui Manzoni, Kafka, Goethe, Tolstoj, Mansfield e Leopardi. Scomparso nel luglio 2022, è sepolto al cimitero della Misericordia di Grosseto. Solo uno spirito abituato a considerare il possibile più che il reale conosce quale sia l’attrazione dell’infinito. Seduto davanti a una siepe, immagina tutte le conseguenze possibili di un evento e di un pensiero; e poi, con la mente desiderosa, risale indietro, fino alle cause di ogni fatto reale e immaginario, incontra di nuovo il gioco sterminato delle possibilità, e si trova chiuso tra due oceani egualmente inquietanti, nei quali rischia di smarrirsi. L’esistenza perde, per lui, ogni forma stabile e certa. Se contempla un paesaggio, lo trasforma cogli occhi, come se monti e fiumi, colline e pianure fossero segni di matita caduti per caso sulla carta, che si possono cancellare con un gesto della mano: se ricorda un fatto storico, viene attratto sopratutto dalla moltitudine di casi che avrebbero potuto verificarsi e, chissà perché, non si sono verificati: se riflette, tutti i suoi pensieri sembrano degli elementi di altre combinazioni intellettuali egualmente possibili; se guarda la carta scritta, si sorprende a rimpiangere le parole rifiutate, gli scarti, le congetture, le immagini che avrebbe potuto scegliere e non ha scelto. |
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