L'ebbrezza del sakè
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Per Santōka l’haiku è uno strumento per scrutare le pieghe più nascoste del proprio animo, ma anche per penetrare l’essenza di ogni cosa. Haiku e zen sono una cosa sola: entrambi rappresentano l’immediatezza senza sovrastrutture. I suoi componimenti sono infatti scritti in una lingua semplice e diretta, secondo un atto spontaneo frutto di una pratica quotidiana. Lo stile libero e senza costrizioni formali può essere paragonato al germogliare delle erbacce di campo: crescono caotiche, incuranti del passato o del futuro, e si esprimono attraverso piccoli fiori poco appariscenti, ma per questo più vicini all’autenticità.
In questa raccolta si propongono i versi più famosi, che tratteggiano i punti salienti della sua poetica: il trauma e il dolore per il suicidio della madre, la depressione, la ricerca della libertà, la salvezza attraverso la pratica del buddismo zen, la passione per il sakè e i pellegrinaggi che, come Saigyō e Bashō secoli prima, lo portano a visitare i posti più famosi e più remoti del Giappone.
Quarta di copertina酔いざめの風のかなしく吹きぬける
yoizame no kaze no kanashiku fukinukeru
mi sveglia dopo una sbronza un vento che malinconico
mi soffia attraverso Indice testuale5 Taneda Santōka. Haiku a verso libero
di Matteo Contrini
13 Bibliografia
L’ebbrezza del sakè
17 Roccia consacrata alle erbe e alle piante
鉢の子
19 Dalla raccolta Ciotola per l’elemosina
其中一人
31 Dalla raccolta Gochū, solo in mezzo a loro
行乞途上
35 Dalla raccolta In cammino elemosinando
山行水行
41 Dalla raccolta Sulle vette e sulla superficie dell’acqua
旅から旅へ
47 Dalla raccolta Viaggio dopo viaggio
雑草風景
51 Dalla raccolta Panorama d’erbacce
柿の葉
57 Dalla raccolta Foglie di kaki
旅心
63 Dalla raccolta Desiderio di viaggiare
鴉
67 Dalla raccolta Il corvo
行乞記
77 Note di un mendicante Biografia dell'autoreTaneda Santōka (1882-1940), nome d’arte di Taneda Shōichi, studia Letteratura all’Università Waseda di Tokyo, facoltà che abbandona nel 1904 a causa dell’alcolismo e di una grave depressione nervosa.
Sviluppa l’apprendimento delle diverse tecniche di scrittura haiku grazie al poeta Ogiwara Seisensui, fondatore nel 1911 della rivista «Sōun», che diffondeva il verso libero. In seguito prosegue questo percorso insieme a Ozaki Hōsai, diventando la figura più importante di quella che oggi è conosciuta come la “Scuola di Haiku a Verso Libero”.
Nel 1924 tenta il suicidio e, dopo anni segnati dall’abuso di sakè, viene portato in un monastero zen dove resta un anno, al termine del quale viene ordinato monaco zen, Da quel momento lascia il tempio e inizia la sua vita errabonda e totalmente priva di mezzi, girovagando attraverso tutto il Giappone. Continuò a scrivere e a pubblicare raccolte di haiku ispirati ai suoi costanti vagabondaggi.
Matteo Contrini, dopo la laurea in lingua giapponese a Venezia e il master in editoria a Pavia, si è occupato di libri in qualità di traduttore, libraio, correttore di bozze e lettore editoriale. Nel 2022 ha esordito come autore con la raccolta di poesie Haiku e metamorfosi di laguna (La Ruota Edizioni). Per La Vita Felice ha tradotto Poesie dal mio rifugio di Saigyō (2020), La mia primavera di Kobayashi Issa (2020) e Tutti gli haiku di Matsuo Bashō (2024). 酔いざめの風のかなしく吹きぬける
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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