Per verba
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Non lo dico io, lo scrive Piero Marelli nell’epilogo di questo Per verba, terzo tempo di una trilogia che intende esibirsi come Inferno, Purgatorio e Paradiso, sotto gli auspici di Dante Alighieri, come dichiarato in esergo tramite una citazione che mette le mani avanti: «Trasumanar significar per verba/ non si poria...».
Con ciò Piero Marelli, con il benestare di Dante, afferma due cose: che il linguaggio è un limite e che, tuttavia, in quell’urto contro il limite noi emettiamo il nostro suono, forse una nota sola, che siamo tenuti a mettere in sintassi, per così dire, perché ogni senso è composizione, doppiezza e scena.
“Trasumanar”, in sostanza, non è affare della poesia, la quale sa che, nel caso, perderebbe la partita. Essendo linguaggio, essa tenta invano di essere pienamente – essendo invece duplice (quindi una metà?) – entità mutilata e invalida, che usa il negativo come ritorsione e come speranza, che mai sarebbe ammessa in Paradiso, luogo immediato e totale, dove il senso è in permanenza, senza la distanza dello sguardo, in pratica un senso senza occhi.
dall’Introduzione di Angelo Lumelli
Quarta di copertinaA sabbia ferma
Marina Cvetàeva
I.
Cercheremo di trovarci senza misurarle troppo
le parole, chiedendo se gli sguardi accetteranno
le attese, poiché le ore non andranno tutte
allo stesso modo; questo vestito mettilo,
non lo credi importante ma io voglio riconoscerti
anche da lontano, guardarti mentre proponi al vento
una sua direzione. Non si cancelleranno le promesse
perché ci daranno un calore d’alba
anche nella stagione incapace
di reggere il confronto con i fiori. Gli anni
hanno conservato un po’ della tua voce,
i cari pensieri della notte che nessuna città
può da sola decidere. Un’esclamazione e dopo il silenzio
sono propensi a chiedere aiuto ad un tempo promiscuo
e senza fine che non è solo voce di donna,
cercandoli dove si possono trovare: case di poco conto,
rotaie, rami che non stanno mai fermi... la cenere
di una sigaretta sicura del suo aspetto,
minime cose della riuscita,
altri posti ormai se di quei volti ti sei impadronita
fedele a tuo modo come ad un’altra maniera del dimenticare [...] Indice testuale5 La parola è un ambulante di Angelo Lumelli
Per verba
17 Ora che il tempo ha preso un altro nome 21 A sabbia ferma - Marina Cvetàeva
27 Giovanni di Patmos
37 Gli uomini muoiono e non sono felici - Albert Camus, Caligola, atto I, scena IV
45 Quand anca i stèj éren giùjn
51 Volodja - Vladimir Majakovskij
55 Anna di tutte le Russie - Anna Achmàtova
61 Concert - Keith Jarrett
67 Un nome - Ilaria del Carretto
71 Aliénor - Eleonora d’Aquitania
75 Il riparatore d’orologi
79 La ragazza di Nazaret - L’Annunciata, di Antonello da Messina
85 Il principe Myskin - Dostoevskijana
95 Un incontro - Diotima di Mantinea
99 In questo luogo che non permette la nostalgia Biografia dell'autorePiero Marelli è nato a Limbiate (Milano) e abita a Verano Brianza. Ha esercitato vari mestieri, fra cui il linotipista.
Autodidatta, ha saputo rapidamente conquistare una vasta conoscenza della tradizione letteraria non soltanto italiana, approfondendo nel frattempo lo studio della critica e della filologia romanza. La sua grande passione per il teatro lo ha condotto, dopo cinque anni di scuola di recitazione, alla fondazione di una compagnia, il Teatro del Vento, che ha sviluppato la sua ricerca prevalentemente nell’area della gestualità. Ha pubblicato numerosi volumi per Vanni Scheiwiller, LietoColle e, per le edizioni La Vita Felice, ’l me bum temp (1995), La pietra serena (2001), Cantàda di cantàd (2002), Bernart de Ventadorn, La dousa votz ai auzida (La dolce voce ho ascoltato) (2008), Come il ramo di biancospino. Antologia della poesia provenzale (2009), Corale delle Dolomiti, Jaufré Rudel. Amor de terra lonhdana (Amur de paes luntan) (2012), Guilhèm de Peitieus. Pos vezem de novel florir (Perché adess védum amò retacà) (2015), Apocalypsis cum figuris. Figure per il secolo presente (2015) e Camera obscura (2022). A sabbia ferma
Marina Cvetàeva
I.
Cercheremo di trovarci senza misurarle troppo
le parole, chiedendo se gli sguardi accetteranno
le attese, poiché le ore non andranno tutte
allo stesso modo; questo vestito mettilo,
non lo credi importante ma io voglio riconoscerti
anche da lontano, guardarti mentre proponi al vento
una sua direzione. Non si cancelleranno le promesse
perché ci daranno un calore d’alba
anche nella stagione incapace
di reggere il confronto con i fiori. Gli anni
hanno conservato un po’ della tua voce,
i cari pensieri della notte che nessuna città
può da sola decidere. Un’esclamazione e dopo il silenzio
sono propensi a chiedere aiuto ad un tempo promiscuo
e senza fine che non è solo voce di donna,
cercandoli dove si possono trovare: case di poco conto,
rotaie, rami che non stanno mai fermi... la cenere
di una sigaretta sicura del suo aspetto,
minime cose della riuscita,
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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