Il punto in cui si perdono le voci
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€ 11,40 invece di € 12,00
EUR
In uscita il 10-12-2025
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Ci sono luoghi che non esistono sulle mappe, ma che tutti attraversiamo. Spazi marginali, fenditure nel tempo, periferie dell’anima. Il punto in cui si perdono le voci non è solo un titolo: è una soglia. Un varco in cui il linguaggio a tratti si frantuma, si ricompone in sequenza immaginale, inattesa, e resta solo il battito di un’esistenza che cerca di farsi sentire comunque, ostinatamente, nella crepa.
In questi testi si riconosce una poetica della resistenza: umana, essenziale. Una scrittura che non decora, ma denuda. Che non afferra il mondo con le mani, ma lo ascolta cadere. O forse restare. In silenzio. In attesa. L’autore, che si muove con naturalezza nei territori della filosofia, della storia e dell’antropologia del sacro, costruisce un mondo poetico denso di stratificazioni e di rimandi [...] Ma il suo linguaggio resta sobrio, sobrio fino alla ferita. Le parole trattengono il mistero, non lo sciolgono. La voce poetica sembra piuttosto volerlo abitare, ospitare, come si ospita una febbre, una visione, un ospite inatteso. Leggere questo libro non è un esercizio letterario, ma un atto trasformativo. Richiede di lasciarsi toccare dai fantasmi, di camminare con i piedi dei migranti, di ascoltare l’invisibile. E forse, anche solo per un attimo, di imparare a vedere da lì. dalla prefazione di Patrizia Camedda [...] ho scelto di convocare e portare con me il prozio Emmerico ripercorrendo informazioni ed emozioni collegate alla vita e alla morte di questo mio ascendente in linea materna, che sono orgoglioso di poter eleggere ad antenato. Emmerico Boso aveva tre fratelli e due sorelle, una delle quali era mia nonna, Oliva Boso, detta anche Lidia, la mamma di mia mamma; era nato non distante da Trento, a Castello Tesino in Valsugana, il 22 agosto del 1904, quando il Trentino era frontiera occidentale dell’impero asburgico, ed è morto nel campo di concentramento di Gusen-Mauthausen il 18 marzo del 1945, poco prima che finisse la seconda guerra mondiale. Fra queste due date è racchiusa tanta straordinaria vita e una storia di famiglia che dice moltissimo del nostro Paese, del rapporto fra le classi sociali, della voglia – che non casualmente alcuni hanno e altri non hanno – di lottare contro le ingiustizie. E dice anche dei costi che si pagano per questa lotta e di quanto paghino – loro malgrado – le persone vicine a chi resiste, le loro famiglie, i loro figli. Di quanto sia faticoso e difficile tutto questo. dalla nota dell'autore I semi delle cose Salgono alla riva della luce i corpi primi, le piccole variazioni. Sono scarti obliqui nel muovere universale, fra il caso e il capriccio divino. Una terza, volontaria, autonoma scelta. Materia sensibile, sostanza accidentale esercizio di libertà. Jinn L’anima un fondovalle, un abitato confuso silenzio di vento, di pietra, di acqua solcata di profumo intenso. Cura e malattia, fuoco straniero cartografia marasma, passi lenti, orme di un largo di un incolpevole vuoto. . |
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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