I racconti dei Gatti e delle Scimmie
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I racconti dei gatti e delle scimmie è un piccolo gioiello di fantasia e sapienza narrativa. Con questo libro Pietro Citati, giocando con la grazia dei felini e l’ironia delle scimmie, sorprende e incanta i lettori di tutte le età.
Pagina dopo pagina, l’autore trasforma gli animali in protagonisti luminosi, intelligenti, capricciosi, capaci di rivelare con leggerezza ciò che spesso sfugge allo sguardo umano.
I due racconti sono brevi favole moderne, ricche di umorismo e delicatezza, ma anche di quella profondità che solo un grande maestro della narrazione sa offrire.
Questa nuova edizione restituisce al pubblico un’opera irresistibile: un libro che diverte e sorprende, ideale per chi ama le storie raffinate, chi cerca un momento di incanto, o semplicemente chi non ha mai smesso di guardare gli animali come compagni di viaggio e custodi di un segreto.
Quarta di copertinaCaterina entrò in una stanza, grande e oscura come il salone di un castello. C’era ogni sorta di gatti: gatti siamesi, gatti soriani, gatti d’angora col pelo lungo come il vello dei montoni di Polifemo: gatti cinesi, gatti giapponesi, gatti francesi, gatti di Siena, di Grosseto e d’Arezzo: gatti robusti, tozzi e rossastri, con l’occhio accecato dalle zanne di un cane: gatti di un nero squillante, tenebrosi come la moglie di Satana, con gli occhi di metallo e d’agata e gli sguardi taglienti come dardi: gatti bianchissimi, con una stella color colibrì sulla fronte: tenere e discrete gattine grigie, dalla piccola lingua rosa, che bevevano silenziosamente tazzoni di latte; gatte opulente, lascive e indolenti, che amoreggiavano con gatti-corsari su lenzuola d’oro e di porpora... Indice testuale I racconti dei Gatti e delle Scimmie
7 Il racconto dei Gatti
27 Il racconto delle Scimmie Biografia dell'autorePietro Citati, nato a Firenze nel 1930 da una nobile famiglia siciliana, è stato tra i più colti e amati scrittori italiani, che ha saputo coniugare con leggerezza ed efficacia esemplari la scrittura letteraria con la saggistica, la biografia e la critica.
Trascorse l’infanzia a Torino e poi, nel 1942, si trasferì con la famiglia in Liguria. Dopo la guerra tornò in Toscana, dove si laureò nel 1951 in Lettere moderne all’Università di Pisa quale allievo della Scuola Normale Superiore. Iniziò la sua carriera di critico letterario collaborando con riviste come «Il Punto» – dove conobbe Pasolini –, «L’Approdo letterario» e «Paragone». A partire dagli anni Sessanta scrisse per il quotidiano «Il Giorno», dal 1973 al 1988 fu critico letterario del «Corriere della Sera» e dal 1988 al 2011 de «la Repubblica».
Scrittore poliedrico, si cimentò con successo nella biografia letteraria di grandi scrittori, tra cui Manzoni, Kafka, Goethe, Tolstoj, Mansfield e Leopardi.
Scomparso nel luglio 2022, è sepolto al cimitero della Misericordia di Grosseto. Caterina entrò in una stanza, grande e oscura come il salone di un castello. C’era ogni sorta di gatti: gatti siamesi, gatti soriani, gatti d’angora col pelo lungo come il vello dei montoni di Polifemo: gatti cinesi, gatti giapponesi, gatti francesi, gatti di Siena, di Grosseto e d’Arezzo: gatti robusti, tozzi e rossastri, con l’occhio accecato dalle zanne di un cane: gatti di un nero squillante, tenebrosi come la moglie di Satana, con gli occhi di metallo e d’agata e gli sguardi taglienti come dardi: gatti bianchissimi, con una stella color colibrì sulla fronte: tenere e discrete gattine grigie, dalla piccola lingua rosa, che bevevano silenziosamente tazzoni di latte; gatte opulente, lascive e indolenti, che amoreggiavano con gatti-corsari su lenzuola d’oro e di porpora... |
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