I due fratelli
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Descrizione Articoli |
a cura di Mario Lentano
testo latino a fronte
«A mio parere, prende un grosso abbaglio chi ritiene che l’autorità garantita dalla forza sia più solida o più stabile rispetto al legame che si ottiene con l’affetto. Questo è il mio modo di ragionare e così la penso: chi fa il proprio dovere perché costretto con le cattive, si preoccupa solo finché teme che le sue azioni si vengano a scoprire; ma se spera di farla franca, torna a comportarsi come gli detta la sua natura. Se invece tu leghi a te qualcuno facendogli del bene, allora quello agisce spontaneamente, desidera ricambiarti e il suo comportamento resta sempre lo stesso, che tu sia presente o meno. Il compito di un padre è quello di abituare suo figlio a comportarsi bene di sua volontà invece che per paura di un altro. La differenza fra un padre e un padrone è tutta qui.»
I due fratelli Demea e Micione sono diversi in tutto: carattere, scelte di vita, sistemi di valori, relazioni. E diverso è anche il modo in cui hanno educato i due ragazzi Ctesifone ed Eschino: il primo è stato cresciuto nel rigido rispetto dei valori e della morale tradizionale e il suo rapporto con il padre è ispirato a timore, distacco, mancanza di confidenza; il secondo intrattiene invece con Micione una relazione fatta di indulgenza, comprensione, a tratti persino complicità. Perciò ogni incontro tra i due fratelli si risolve in uno scontro che chiama in causa i principi ai quali si ispirano le loro scelte educative. L’andamento della commedia, movimentato dalle parallele storie d’amore dei due giovani – Ctesifone è invaghito di una cortigiana, Eschino aspetta un figlio da una ragazza di povera famiglia –, sembra dare ragione ai metodi “moderni” di Micione, così lontani dall’austera severità del padre romano; eppure proprio negli ultimi versi si assiste a un singolare rovesciamento delle parti, che consacra proprio il burbero Demea come il campione delle idee di Terenzio. Ma è davvero così? Questa nuova versione italiana del capolavoro terenziano prova a sciogliere le difficoltà del suo inatteso finale, mettendone in luce i sorprendenti significati e restituendo al testo il fascino che esso dovette esercitare sugli spettatori di Roma antica.
Articoli che parlano di I due fratelli
Alias (Il Manifesto) 25 3 18 per «I due fratelli» di Terenzio
Alias (Il Manifesto) 25 3 18 per «I due fratelli» di Terenzio. Articolo di Maria Pellegrini. L'EDUCAZIONE E IL RAPPORTO PADRE/FIGLI NELLA ROMA MODERNA DI TERENZIO
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